“Sono impegnato”, “Torni domani”, “Andrei oltre il mio orario di lavoro”. Sarebbero alcune delle frasi riferite da due poliziotti del Commissariato di Corato, indagati dalla Procura di Trani per omissione di atti d’ufficio. I due militari avrebbero rifiutato per almeno due volte di raccogliere la denuncia di una donna, vittima di violenze e atti persecutori da parte dell’ex marito, sul quale peraltro pendeva già il divieto di avvicinamento alla stessa. Eppure, nonostante la gravità della situazione, la donna sarebbe stata e rimandata a casa, con il suggerimento di tornare in un secondo momento.
I fatti risalgono allo scorso anno. La vittima si recò, infatti, alla vigilia di Ferragosto 2023 presso il commissariato di Corato per denunciare l’ex marito che la perseguitava, ma le fu detto di tornare dopo ferragosto poiché in quel momento il poliziotto sarebbe stato impegnato in un’altra denuncia. Il 16 agosto la donna tornò in commissariato verso mezzogiorno, ma anche in questa circostanza il tentativo andò a vuoto: il poliziotto le avrebbe risposto che era tardi per presentare una denuncia perché non avrebbe potuto completare il verbale entro le 13.00, tempo massimo per raccogliere le testimonianze, invitandola così a tornare il giorno successivo quando, finalmente, la vittima di stalking riuscì a depositare la sua denuncia.
Tuttavia, una settimana più tardi la donna fu costretta a tornare in commissariato per integrare la denuncia, visto che l’ex marito si era nel frattempo rifatto vivo. Qui, però, le riferirono che l’integrazione si sarebbe dovuta effettuare con lo stesso ufficiale di polizia giudiziaria con cui aveva depositato la prima denuncia e che, in quel momento, non c’era.
A questo punto alla donna non è rimasto che denunciare i poliziotti, i quali avrebbero violato le misure riservate alle vittime di maltrattamenti, tra cui l’esistenza di una corsia preferenziale. Ad un anno dai fatti, gli inquirenti hanno chiuso le indagini ed i due hanno ricevuto un avviso dal procuratore aggiunto di Trani, Achille Bianchi: entrambi, residenti in provincia di Bari, rischiano ora la sospensione dal servizio e il processo.